Ogni azienda, da quella più piccola a quella più grande, convive con una serie di rischi collegati alla propria attività. Ma cosa si intende quando si parla di rischio?
Il rischio è la probabilità che si verifichi un danno, dove danno è invece definibile come una perdita materiale, o un danneggiamento di strutture/infrastrutture, o ancora come infortunio o malattia professionale o morte del lavoratore.
Il rischio è calcolato attraverso la seguente formula:
R = P x D
Il rischio contiene due variabili: P ovvero la probabilità che si verifichi qualcosa di spiacevole, e D, ovvero il danno a carico delle persone fisiche, delle strutture o degli impianti aziendali, o di altro ancora.
Rischio reale VS rischio percepito
Il rischio reale viene quantificato con strumenti ingegneristici attraverso le valutazioni dell’RSPP per il mondo della SSL (Salute e Sicurezza sul Lavoro), e per il mondo dei RIR (Rischi di Incidente Rilevante, ex Direttive Seveso).
La percezione del rischio è invece definibile come la consapevolezza di ognuno rispetto ad un particolare rischio.
Tale percezione è personale ed è influenzata da diverse variabili che spaziano: dalla sensibilità, alla cultura, alle proprie esperienze pregresse nel campo della sicurezza, ma anche alla propria attitudine naturale verso il rischio, etc.
Ciò significa che all'interno di un'azienda, i rischi di cui tenere in considerazione sono due: il rischio reale e il rischio percepito.
Si tratta di due mondi paralleli che il più delle volte non coincidono poiché le diverse persone esposte al rischio possono:
- percepirlo in maniera differente al valore del rischio stesso;
- percepirlo in maniera diversa tra i diversi lavoratori che fanno parte dello stesso gruppo.
Un'attività fondamentale per qualsiasi azienda è dunque valutare e gestire i propri rischi aziendali, oltre a costruire una corretta percezione del rischio nei lavoratori, che sia allineata alla “portata reale” del rischio valutato.
Un disallineamento tra rischio reale e rischio percepito può dar vita a comportamenti di sottostima del rischio o addirittura a sovrastimarlo.
Entrambe le situazioni non sono corrette: la sottostima può infatti portare a sottovalutare la situazione, e non attuare le azioni di autotutela del rischio che sono indicate nelle procedure aziendali.
Al contrario invece, la sovrastima può portare il lavoratore a vivere nella paura di essere perennemente esposto ad un rischio molto grande, difficilmente gestibile, e verso cui le procedure di sicurezza appaiono quindi sostanzialmente inutili da attuare.
Il ruolo della formazione per una corretta percezione del rischio
Degli studi hanno dimostrato che i lavoratori che hanno ricevuto una corretta formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, percepiscono in maniera corretta i rischi a cui sono esposti, a differenza invece dei colleghi che non sono stati sottoposti ad alcun training formativo.
Ecco dunque spiegato il ruolo cardine della formazione, che garantisce sicurezza e tutela della vita dei dipendenti, soprattutto per i lavori che hanno un rischio reale elevato.
SEKURE tutela la vita dei lavoratori
SEKURE è pienamente a conoscenza di quanto la formazione sia la base per la salute e sicurezza dei lavoratori, tanto è vero che organizza puntualmente dei corsi appositi che aiutano ad acquisire l'esatta percezione dei rischi sul lavoro.